Meta ha annunciato un’importante novità per tutti gli utenti di Facebook: nei prossimi mesi, i video delle dirette non saranno più archiviati sulla piattaforma superati i 30 giorni dalla trasmissione. Una decisione che ha già fatto discutere, ma che nasce da un’analisi precisa dei comportamenti degli utenti.
Secondo i dati raccolti da Meta, i video in diretta vengono visualizzati principalmente nel momento stesso della trasmissione oppure nei giorni immediatamente successivi. Superato quel lasso di tempo, l’interesse per quei contenuti cala drasticamente.
Per questo motivo, Facebook ha deciso di eliminare l’archiviazione automatica delle dirette video dopo 30 giorni, lasciando comunque agli utenti la possibilità di scaricare i propri contenuti. La finestra temporale per il download sarà di sei mesi: un periodo più che sufficiente per recuperare i materiali che si desidera conservare.
Dirette Facebook: perché non sono più indispensabili
Questa scelta, apparentemente drastica, può in realtà rappresentare un’opportunità per migliorare la qualità dei contenuti video. La diretta è uno strumento potente, ma non sempre necessario. Salvo rare eccezioni, come eventi sportivi, notizie dell’ultima ora o momenti fortemente legati alla contemporaneità, la maggior parte dei contenuti può essere pianificata, registrata e montata con cura per garantire una resa decisamente più professionale.
Registrare un video con calma, senza la pressione del live, consente di migliorare l’audio, ottimizzare le inquadrature, correggere eventuali errori e offrire agli utenti un’esperienza visiva più piacevole. Al contrario, una diretta è sempre legata alla qualità della connessione, al rischio di interruzioni, ritardi o problemi tecnici che possono compromettere la fruibilità del contenuto.
La nuova strategia di Meta: più qualità, meno quantità
La mossa di Meta si inserisce in un contesto più ampio di rinnovamento dell’esperienza utente su Facebook. L’obiettivo è quello di puntare su contenuti di maggiore qualità e rilevanza, piuttosto che sulla semplice accumulazione di materiale. Le dirette Facebook, che negli anni passati erano diventate uno strumento centrale per creator, aziende e utenti comuni, oggi perdono parte della loro centralità a favore di formati più curati e più efficaci.
Non è un caso che le piattaforme stiano progressivamente spostando l’attenzione verso contenuti brevi, video verticali e clip ottimizzate per l’engagement. In questo contesto, le dirette rappresentano un formato più difficile da valorizzare nel tempo, se non in occasione di eventi davvero eccezionali.
Cosa devono fare ora gli utenti
Chi ha utilizzato le dirette Facebook negli ultimi anni e vuole conservare i propri contenuti, non deve preoccuparsi: Meta ha predisposto un periodo di sei mesi durante il quale sarà possibile scaricare tutti i video trasmessi in passato. Basterà accedere alla sezione o alla libreria video di ogni singola pagina amministrata e avviare il download dei file desiderati.
Per creator, aziende e professionisti della comunicazione, questo può essere anche il momento giusto per rivedere la propria strategia digitale. Valutare con maggiore attenzione quando è davvero necessario andare in diretta e quando invece è preferibile realizzare contenuti più strutturati, può fare la differenza in termini di qualità percepita e di efficacia comunicativa.
Dirette Facebook: uno strumento da usare con consapevolezza
In conclusione, le dirette Facebook non spariranno del tutto, ma cambieranno il loro ruolo nel panorama dei contenuti digitali. Non più un archivio infinito di video live, ma uno strumento da utilizzare con più consapevolezza e solo quando realmente necessario.
Questa transizione può contribuire a rendere i social media meno caotici e più orientati alla qualità. Per gli utenti, è un’occasione per riflettere su come produrre e condividere contenuti più efficaci. E per le aziende, un invito a investire su strategie video più curate, più professionali e più coinvolgenti. Infine, non da poco, il vantaggio di contrastare la “comodità” di rimanere a casa e seguire un evento da lontano che, inevitabilmente, svuota le sedi degli stessi.
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